lunedì 29 dicembre 2008

Il lavoro...

"Il lavoro è l'amore rivelato.
Se non potete lavorare con amore
ma soltanto con disgusto,
abbandonate il vostro lavoro
per sedervi alle porte del tempio
e ricevere le elemosine di coloro
che operano nella gioia".


Con questi perentori e brucianti versi di K. Gibran auguro ai miei ventitré lettori (accipicchia tra poco raggiungo addirittura quelli di don Lisander!) la gioia e la felicità che ciascuno di essi merita.

domenica 28 dicembre 2008

Luoghi della storia

La collina di Canne della Battaglia. Qui si svolse la celebre battaglia che nel 216 a.C. vide la rovinosa disfatta delle legioni romane ad opera del generale cartaginese Annibale e del suo formidabile esercito.

sabato 27 dicembre 2008

Tanti auguri scomodi...

Da "Avvento - Natale, oltre il futuro" di Don Tonino Bello. edizioni Messaggero

(pag.119 - 120 - 121)

Tanti auguri scomodi

"Non obbedirei al mio dovere di vescovo, se dicessi ''Buon Natale'' senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non posso, infatti, sopportare l''idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga, addirittura, l''ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E vi conceda la forza di inventarvi un'esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finchè non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marochino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso, progetto dei vostri giorni; la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini, o il bidone della spazzatura, o l''inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell' affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna, con l'aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio per fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell''oscurità e la città dorme nell''indifferenza, vi facciano capire che, se volete vedere una gran luce, dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella fugura, ma non scaldano. Che i ritardi dell''edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. Che il numero 167 non è la cifra di matricola data ai condannati dal sistema. Che i ricorsi a tutti i Tar della terra sono inammissibili quando a farne le spese sono i diritti sacrosanti di chi non conta mai niente. Che i poveri, i poveri veri, hanno sempre ragione, anche quando hanno torto.
I pastori che vegliano nella notte facendo la guardia al gregge e scrutando l''aurora, vi diano il sens della storia, l''ebbrezza delle attese, il gaudio dell''abbandono in Dio. E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l''unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul vostro vecchio mondo che muore nasca la speranza."

Grazie amici, Buon Natale a tutti

venerdì 26 dicembre 2008

mercoledì 24 dicembre 2008

Il generale Fortebraccio Della Rovere, alias il pregiudicato Giovanni Bertone


"Sua Eccellenza Della Rovere, generale di corpo d'armata, amico intimo di Badoglio e consigliere tecnico di Alexander, fu rinchiuso dai tedeschi nel V raggio della prigione di San Vittore nella primavera del 1944. Il prestigio del generale era così alto presso i secondini italiani che essi non si sentivano più tenuti ad osservare nei suoi confronti il regolamento di disciplina. Entrando tutti si mettevano sull'attenti, anche i comunisti, e facevano un inchino."
(Dai ricordi di Indro Montanelli)

"No,no", fece Muller scotendo la testa, "è l'unico modo di riparare l'errore che abbiamo commesso fucilando quell'uomo. Noi tedeschi giudichiamo questo paese dai suoi generali veri. È su quelli falsi che va misurato..."
(Da "Il Generale Della Rovere" di Indro Montanelli, pag. 110)

Giudizio feroce ma basato sui fatti. Se, per riscattare dignità e onore, fu necessario andare a prestito da un ex truffatore, il nostro è davvero un paese infelice! O forse lo è stato.

martedì 23 dicembre 2008

Alle amiche ed agli amici del blog


Un mondo di auguri!

E' Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E' Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E' Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E' Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E' Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.


Madre Teresa di Calcutta

Il vero Babbo Natale


"Acquisire un'immunità all'eloquenza è della massima importanza per i cittadini di una democrazia."

Bertrand Russell

domenica 21 dicembre 2008

Dalle lettere di Barsanufio e Giovanni di Gaza - Lettera 339. A un fratello

La carità verso il prossimo si manifesta in molti modi, e non soltanto nel dare. Ascolta come. Può capitarti che te ne vai da qualche parte con il prossimo e ti rendi conto che vorresti ricevere più onore di lui, invece di rallegrarti che egli riscuota la medesima stima che te.
Così facendo, non lo consideri come te stesso. Ha detto infatti l'Apostolo: Gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Se hai qualcosa da mangiare e noti in te la voglia di gustartela da solo, per ingordigia e non per bisogno, di nuovo non consideri il prossimo come te stesso.
Vedi il fratello lodato e non ti congratuli con lui, perché non ricevile medesime lodi; invece, dovresti dire: "L'elogio al fratello si estende a me, perché è un mio membro.
Anche in tale occasione tu non hai amato il prossimo tuo come te stesso. Ciò vale per tutti i casi analoghi.
Ecco ancora un altro modo di considerare il prossimo come se stesso. Se apprendi dai padri la via di Dio e il tuo fratello ti interroga, non essere avaro nel mostrarti sollecito di lui e nell'aiutarlo. Ma poiché sai che è tuo fratello, digli quanto hai appreso, con timore di Dio e senza atteggiarti a maestro, cosa che non ti giova.
La libertà è la verità espressa chiaramente. Buona perciò è la libertà, ma deve essere gestita nel timore di Dio.
Se quando hai bisogno di qualcosa, non lo dici aspettan­do che il tale o il tal'altro te lo dia da sé, ecco quello che accade: potrà darsi ch'egli ignori la tua necessità, oppure, saputala, se ne dimentichi; o anche, volendoti mettere alla prova, faccia così per vedere se hai pazienza. Ora avviene che tu ti sdegni contro di lui e così cadi in peccato. Se invece gli parli con franchezza, non succederà nulla di tutto questo.
Tu però disponi bene il tuo pensiero fin da prima, per­ché, se dopo aver chiesto ciò che cerchi non lo ottieni, tu non rimanga afflitto o indignato e cominci a mormorare. Dì piuttosto al tuo pensiero: "Probabilmente non potrà fornirmi quanto gli ho chiesto; oppure io non ne sono degno e perciò Dio non gli ha permesso di darmelo".
E bada di non incupirti per quel rifiuto, perdendo la libertà nei suoi riguardi, così da non osare chiedergli mai più nul­la, quando la necessita lo richieda. Cerca di custodire sempre te stesso senza turbamento rispetto a quel rifiuto.
D'altra parte, se uno ti chiede di che cosa hai biso­gno, anche in questo caso dì la verità. E se, preso alla sprovvista, tu dicessi: "Non ho bisogno", smentisciti e sog­giungi: "Scusami, ho parlato a vanvera, perché ho bisogno di tenere quella cosa".

Global-O.org

Non mancate questo importante appuntamento!

sabato 20 dicembre 2008

mercoledì 17 dicembre 2008

Ancora Giacomo (2, 1-9)

1Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria. 2Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. 3Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti qui comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti in piedi lì», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», 4non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? 6Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? 7Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? 8Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene; 9ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.



lunedì 15 dicembre 2008

Parole di fuoco

Lecce - Piazza Duomo e Palazzo Vescovile
Giacomo 5, 1 - 6

1 A voi ora, o ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso! 2 Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate. 3 Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori negli ultimi giorni. 4 Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi, grida; e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti. 5 Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate; avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage. 6 Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza.

I ricchi e le loro ricchezze non potevano subire condanna più dura!

domenica 14 dicembre 2008

Timeo lectorem...

Il lettore - Pastello a cera di Adolf Vallazza

Timeo hominem unius libri
(Tommaso d'Aquino)

L'interpretazione è duplice. Da un lato si vuol dire che il lettore di un solo libro, avendo tutto il tempo di sviscerarne e assimilarne perfettamente il contenuto, finisce con il diventare un imbattibile esperto in quell'unica materia. Dall'altro si vuol affermare che la visione unilaterale e parziale del mondo, la pervicace mancanza di apertura mentale, l'isolamento culturale non favoriscono certamente il libero confronto delle idee né la totale comprensione della realtà, che è quasi sempre complessa e multiforme.

venerdì 12 dicembre 2008

Quando non si ha più niente da imparare...


Fine anni '80. A Padova nei pressi di Prato della Valle. Mia moglie ha subito da meno di un'ora un intervento ambulatoriale nello studio un ginecologo padovano. Piove a dirotto ma camminiamo al riparo sotto i portici medievali della città. Si deve però attraversare un breve tratto di strada allo scoperto per raggiungere il Circolo Ufficilali di Presidio. Per non far bagnare mia moglie chiedo in prestito ai passanti un ombrello per il tempo strettamente necessario ad attraversare la strada. Una sdegnosa signora ignora tranquillamente la richiesta e va oltre. Un'altra - poverina! - si ritrae quasi impaurita per l'oscuro presentimento di non so quale tranello. Eppure credo di non far paura nemmeno a una mosca! Finalmente un giovane si ferma, mi consegna il suo ombrello e, quando gli dico di aspettarmi un attimo - il tempo cioè di accompagnare mia moglie e di ritornare da lui per ridarglielo -, mi sorprende dicendomi che l'ombrello potevo anche tenermelo, che non dovevo preocuparmi di riconsegnarglielo, che tutt'al più avrebbe provveduto l'indomani a riprenderselo da sé.
Rimango ammirato e commosso per la disponibilità e la generosità del giovane. Gli chiedo: "cosa fa Lei a Padova"? "Studio" mi risponde. Ed io di rimando: ""ma che bisogno ha Lei di continuare a studiare? Già è arrivato al traguardo".

giovedì 11 dicembre 2008

Daniel Pennac


Da "Diario di scuola" di Daniel Pennac, edizioni Feltrinelli

"Mio padre era timido...Le sue lettere erano affettuose, piene di consigli ragionevoli e sensibili; ma non appena ci trovavamo l''uno in presenza dell''altro, c''era in lui qualcosa di rigido che non sapevo spiegarmi e che aveva su di me un effetto sgradevole. Non sapevo allora cosa fosse la timidezza, questa sofferenza interiore che ci perseguita fin nell''età avanzata, che soffoca nel nostro cuore le impressioni più profonde, che ci gela le parole, che snatura sulle nostre labbra tutto ciò che tentiamo di dire, e che ci consente di esprimerci solo con frasi vaghe o una ironia più o meno amara, come se volessimo vendicarci sui nostri stessi sentimenti del dolore che proviamo nel non poterli far conoscere. Non sapevo che, anche con suo figlio, mio padre era timido e che spesso, dopo aver lungamente atteso da me un'espressione del mio affetto che la sua apparente freddezza pareva vietarmi, mi lasciava con gli occhi pieni di lacrime, e si lamentava con altri che io non lo amassi."
(pag.127)

Noi non abbiamo due cuori...

Noi non abbiamo due cuori - uno per gli animali, l'altro per gli umani. Nella crudeltà verso gli uni e gli altri, l'unica differenza è la vittima.

lunedì 8 dicembre 2008

Cattedrali di pietra

Cattedrale di Trani

Rimango ammirato di fronte a queste ardite architetture che testimoniano a un tempo arte e fede. Ma devo essere sincero: avrei preferito che cattedrali più solide di queste fossero state costruite all'interno del cuore e della mente cuore dell'uomo. Avremmo avuto meno tesori d'arte ma certamente più solidarietà e maggiore giustizia in questo basso mondo, afflitto oggi come sempre da misteriose e inaccettabili diseguaglianze sociali.

domenica 7 dicembre 2008

venerdì 5 dicembre 2008

Italia redenta ed una...


"Italia redenta ed una per valore dei suoi soldati - 3 novembre 1918"

Così è scritto nello spigolo in alto a destra di questo vecchio fazzoletto - ormai logoro - che veniva distribuito o forse acquistato a pagamento dai militari dell'Esercito Italiano al termine della 1^ guerra mondiale.
Lo ebbe o forse lo acquistò anche mio nonno che quella guerra aveva combattuto riportando a casa la pelle. Mi è capitato di entrarne in possesso in modo del tutto fortuito e considero un vero privilegio custodirlo tra le mie cose.
Esso è per me un ricordo bellissimo di un uomo onesto e retto, semplice e generoso quale era mio nonno ed anche una testimonianza preziosa di anni lontani ma importanti nella storia della nostra Italia.

giovedì 4 dicembre 2008

I costi della guerra

AFGHANISTAN FLIGHT

An F-15E Strike Eagle in-flight over Afghanistan provides overwatch in support of Operation Enduring Freedom, Nov. 13, 2008. The Strike Eagle is assigned to the 391st Expeditionary Fighter Squadron, Bagram Airfield, Afghanistan.
U.S. Air Force photo by Staff Sgt. Aaron AllmonTratto da U.S.Department of Defense Official Website

mercoledì 3 dicembre 2008

Incuria e sporcizia nella mia città



La civiltà di un popolo si vede dalle piccole cose. E noi non possiamo dirci civili in presenza di spettacoli come questo. Sono spettacoli indecenti che oltre tutto è frequentissimo osservare dalle nostre parti. In proposito mi faccio e Vi faccio tre semplici domande:
la prima: perché non viene insegnato ai piccoli ed ai grandi che non è corretto né igienico sporcare e buttare immondizie dappertutto?
La seconda: perché i vigli urbani non intervengono mai per prevenire e reprimere questo andazzo?
La terza: perché gli addetti alla nettezza urbana non provvedono alla pulizia delle strade, dei marciapiedi, delle aiuole ogni qualvolta è necessario?
Non nascondo che proprio per questi motivi mi sarebbe piaciuto nascere e vivere altrove. Eppure credo che basterebbe davvero poco per inculcare alle persone più rispetto per sé stessi, per gli altri e per l'ambiente. Ma occorre fare qualcosa di concreto e occorre farla subito per vivere meglio noi e per dare un esempio ai giovani.

Terzine

Una storia di gloria e di misfatti Un popolo d'eroi e di vigliacchi Una genìa di saltimbanchi e matti!