giovedì 1 ottobre 2015

Le parole e i fatti

Sul programma televisivo "Le iene" è andato in onda la settimana scorsa un interessante servizio sui rifugiati politici.
Sul tema specifico venivano chiamati in causa alcuni volti noti della politica italiana.
Si chiedeva in pratica a ciascuno di essi se erano disposti ad ospitare a casa propria un giovane profugo.
Solo Civati, alla fine, lo ha effettivamente ospitato presso il proprio modesto monolocale di Roma.
La Bonetti niente, il pittoresco Razzi pure, la Santanchè idem con patate.
Ma precedentemente tutti, a parole, si erano dichiarati pronti e disponibili a farlo.
E, sempre su quel programma televisivo, nemmeno le parrochie romane si sono mostrate preparate e sollecite ad ospitare una famiglia di profughi a testa (come il Papa stesso aveva chiesto di fare), accampando - suore e preti - varie scuse: dalla mancanza di idonei servizi igienici ai più impensati cavilli burocratici.
Ma la Carità, se tale è, dovrebbe superare tutto, anche la burocrazia.
Di contro, ieri sera su altro programma televisivo ("La gabbia") venivano ampiamente documentate le lucrose attività alberghiere di suore e di preti nella capitale.
Non vengano a dire che nei loro alberghi a quattro stelle non esistono camere e bagni!
Quindi, se le parrocchie non sono ancora attrezzate, almeno un paio di queste camere d'albergo potrebbe essere reso disponibile per accogliere un profugo e la sua famiglia.
O no?

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